EDOARDO MANZONI

Il progetto di Edoardo Manzoni per Cremona Contemporanea | Art Week si sviluppa su un doppio livello, attraverso due interventi distinti ma complementari, capaci di attivare riflessioni sul rapporto tra memoria, forma e spazio.

Edoardo Manzoni and Maximo González, installation view at Palazzo del Comune, Cremona Contemporanea | Art Week 2025, ph. Rossetti/Chico

Il primo prende corpo all’interno del Museo Archeologico di San Lorenzo, dove viene presentata la scultura Preghiera, realizzata appositamente per questa edizione della rassegna. L’opera si configura come un invito alla sospensione e all’ascolto interiore: il titolo suggerisce fin da subito una dimensione contemplativa, che si traduce in una forma essenziale e in un uso del materiale — il legno — capace di evocare intimità e raccoglimento. Inserita in uno spazio che custodisce reperti e tracce del passato, Preghiera attiva un confronto silenzioso tra spiritualità e memoria archeologica, trasformando l’opera in un luogo mentale che amplifica il senso del tempo e della ritualità.

Edoardo Manzoni, installation view at Museo Archeologico San Lorenzo, Cremona Contemporanea | Art Week 2025, ph. Rossetti/Chico

Il secondo intervento è invece collocato all’interno del Palazzo del Comune, nella sala dove si tengono le riunioni del consiglio cittadino. Qui viene esposta un’opera esistente, parte del corpus riconoscibile dell’artista, che prende le sembianze di un insetto e riporta al centro della riflessione alcuni dei temi cari a Manzoni: il legame con il mondo naturale, l’ambiguità tra minaccia e delicatezza, la metamorfosi come condizione costante. In un contesto istituzionale e solenne, questa presenza animale introduce una dissonanza poetica, in grado di destabilizzare con sottile ironia i codici del potere e della rappresentanza.
Entrambe le opere si inseriscono in una ricerca che Manzoni conduce da tempo, fondata su una relazione profonda con materiali recuperati e carichi di significato. Se in passato il suo lavoro si è spesso rivolto al paesaggio rurale e alle sue tracce residuali, qui l’artista compie un passaggio ulteriore, spostando l’asse verso una dimensione più simbolica e collettiva, in cui la scultura si fa veicolo di interrogazione e rito.